SPECIALE ALLENAmente nel giorno della SANTA PASQUA: il nostro prof. Gennaro Russo, sempre al nostro fianco in questi mesi difficili, ci parla dell’importanza della Pazienza, mai così decisiva in questo periodo.
4 Aprile 2021 |

SPECIALE ALLENAmente nel giorno della SANTA PASQUA: il nostro prof. Gennaro Russo, sempre al nostro fianco in questi mesi difficili, ci parla dell’importanza della Pazienza, mai così decisiva in questo periodo.

di Gennaro Russo*

“La pazienza è il miglior rimedio per ogni difficoltà”, diceva il “poeta” Tito Maccio Plauto.

Perdere la pazienza significa reagire in maniera istintiva e aggressiva, sopraffatti dalla frustrazione e dalla rabbia. Agire con pazienza, invece, comporta non solo saper aspettare (anzitutto di sbollire la propria tensione), ma soprattutto mantenere l’atteggiamento giusto per fronteggiare qualsiasi situazione. Quante volte, nello sport come nella vita, abbiamo sentito che la pazienza è la virtù dei forti? Tantissime. E allora, pur sapendo l’importanza della pazienza, come mai si fa tanta fatica a metterla in “campo”? Il motivo principale è che le nostre reazioni sono figlie di esperienze passate che, col tempo, sono diventate inconsce, cioè abitudinarie. In pratica, nonostante le nostre buone intenzioni, quando ci prendono i cosiddetti “cinque minuti”, scatta il pilota automatico e sbottiamo. Cosa si può fare per evitarlo? Oltre a una “ferrea” intenzione, occorre farsi le giuste domande (per individuare i comportamenti più funzionali), poi agire. E se le cose non dovessero cambiare? In tal caso, teniamo a mente la seguente storiella.

Durante una lunga passeggiata in montagna, un maestro zen, stremato, si rivolse al suo allievo: “John, ho bisogno di bere (intenzione), mi procuri dell’acqua?”(domanda). Il giovane vide uno stagno in lontananza, arrivò lì (azione), ma l’acqua era troppo torbida perché si potesse bere. Dispiaciuto, tornò e riferì al maestro. Dopo un po’ questi chiese di nuovo acqua. L’allievo si recò ancora all’acquitrino, ma la situazione era invariata. Il maestro non si scompose e dopo un’ora avanzò la stessa richiesta. Il giovane, questa volta contrariato, raggiunse lo stagno e scoprì che l’acqua era trasparente, limpida. Riempì la borraccia e la portò al maestro, il quale gli disse: “Abbiamo aspettato che il fango scendesse da solo sul fondo e ora possiamo bere acqua pulita. Sappi che la mente funziona allo stesso modo. Quando è disturbata, si deve lasciarla stare, dandole il tempo necessario affinché si calmi, senza fare alcuno sforzo. Occorre soltanto pazienza”.

Auguri di Buona Pasqua a tutti.

 

*Mental coach dell’Accademia Tennis Napoli

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