Quarto appuntamento con AllenaMENTE. Autostima: la consapevolezza anzitutto di… ESSERE
5 Aprile 2019 |

Quarto appuntamento con AllenaMENTE. Autostima: la consapevolezza anzitutto di… ESSERE

di Gennaro Russo
Gennaro Russo

Qualche giorno fa, appena terminato il match di torneo, un tennista quattordicenne ha pronunciato queste parole: “Nel terzo e decisivo set, ho rischiato di perdere perché sono stato assalito dall’ansia e dalla paura. Vincere o perdere una partita mi cambia molto, cioè temo le conseguenze della sconfitta. Tra me e me penso: Se perdo questa partita cosa, può succedere per la mia reputazione e per la mia autostima?”.

Ecco, questo è un esempio di giovane sportivo che, al momento, possiede poca autostima.

Ma cos’è l’autostima?
Stimare significa valutare, quindi, l’autostima è la valutazione (il valore) che ogni persona attribuisce a sè stessa.

Che grado di autostima deve possedere una persona, e quindi un atleta, per considerarsi equilibrata?
L’autostima cosiddetta equilibrata o sana, cioè, né poca (in tal caso prevarrebbero la preoccupazione e il dubbio … con ripercussioni sull’agire, come visto nell’esempio del ragazzo), né troppa (altrimenti si nutrirebbe l’ego in maniera eccessiva, col rischio di perdere la concentrazione e il contatto con la realtà).

Perché l’autostima è così importante anche nello sport e quindi nel tennis?
Poiché essa influisce in maniera rilevante sullo stato d’animo e, di conseguenza, su azioni e risultati.

E’ possibile migliorare la propria autostima?
Si, a patto di volerlo fortemente ed essere disposti a “faticare”, e tanto, per superare le varie resistenze (consapevoli o inconsapevoli) che, in molti casi, la limitano in misura notevole.

Cosa si può fare fin da subito?
Focalizzarsi prima di tutto sul mondo interiore, sul proprio ESSERE, poiché la sana autostima si basa anzitutto sulla gioia di stare bene con sé stessi, anziché sull’assillo del risultato o sul desiderio di essere meglio degli altri o sulla considerazione che gli altri possano avere di noi.

Quali azioni in concreto?
Per prima cosa, accettare e rispettare i punti “deboli” di sé stessi, senza avvilirsi o scoraggiarsi, anzi, considerarli come un’opportunità di crescita e di continuo miglioramento. Nell’esempio del ragazzo, la manifestazione di ansia e paura può essere vista come una grande occasione per esprimere maggiore coraggio, ossia, mettere in campo quella forza d’animo capace di lanciare il proprio cuore oltre l’ostacolo.

Gennaro Russo, mental coach Accademia Tennis Napoli

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