APPUNTAMENTO CON ALLENAmente: il nostro prof. Gennaro Russo, sempre al nostro fianco in questi mesi difficili, scrive di un argomento particolare e decisivo nel tennis, “Lo stato di flusso” (flow, in inglese).
11 Maggio 2021 |

APPUNTAMENTO CON ALLENAmente: il nostro prof. Gennaro Russo, sempre al nostro fianco in questi mesi difficili, scrive di un argomento particolare e decisivo nel tennis, “Lo stato di flusso” (flow, in inglese).

di Gennaro Russo*

Cos’è lo stato di flusso, per uno sportivo o una persona in generale?

E’ lo stato della più alta performance, della massima espressione del proprio potenziale.

In tale condizione, la mente è immersa totalmente nell’azione (assoluta concentrazione) e il corpo è naturalmente rilassato. Non vi sono interferenze di alcun genere, come pensieri, ansie, paure, pressioni, ecc.

E’ la condizione che contraddistingue i grandi campioni, che sembrano agire “a comando” quando il gioco più lo richiede. E’ anche la situazione che permette ai tennisti, non professionisti, di tirare sporadicamente colpi favolosi nelle fasi cruciali di gara, in particolare durante: palle break, tie-break e match point.

Potrebbe sembrare una dote innata, ma le parole del campione svizzero Roger Federer chiariscono perfettamente il concetto: “Ho sempre saputo di avere molto talento, ma ho dovuto lavorare molto duro per tirar fuori in partita il colpo giusto al momento opportuno. Sapevo di averlo nelle mani, la domanda era se l’avevo anche nella testa e nelle gambe”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è il messaggio di questa storiella.

C’era una volta un anziano maestro zen, famoso per la sua saggezza e per la sua abilità nel tiro con l’arco. Un bel giorno, un giovane arciere volle sfidarlo, sicuro di batterlo. La gara si svolse sul monte ove abitava il maestro. Il primo a tirare fu il giovane che, con i piedi ben piantati al suolo, con un colpo secco e preciso, centrò un minuscolo bersaglio posto a grande distanza.

Quando fu il turno del maestro, questo si diresse verso un’instabile passerella di legno che si ergeva a un’altezza di settanta metri dal fiume sottostante; raggiunto il centro del ponte, scelse un albero lontano come bersaglio, estrasse il proprio arco e lo centrò con un colpo fulmineo. Adesso è il tuo turno, disse con fermezza mentre ritornava sulla terraferma.

Il giovane non riuscì a muovere nemmeno un passo sulla struttura barcollante e sospesa nel vuoto, tantomeno a tirare al bersaglio.

Sei molto abile con l’arco, disse il maestro, ma hai poca abilità nel liberare mente e corpo.

 

*Mental coach Accademia Tennis Napoli

 

 

 

 

 

 

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